Voleva trovare una ragazza a tutti i costi.
Ogni volta che per strada incrociava una ragazza, dava uno sguardo generale e al viso in particolare per stabilire se gli sarebbe piaciuto passare tutta la vita con lei. Poi la ragazza passava e lui se la dimenticava. Gli bastava sapere che gli capitava di incrociare qualche ragazza che sarebbe potuta diventare la sua compagna per tirare avanti. Andava in qualche locale ogni tanto, guardava una ragazza, distoglieva lo sguardo, tornava a guardarla, la ragazza lo guardava a sua volta, ma subito lui si intimidiva e guardava altrove. Così gli capitava ogni volta, e non attaccava bottone con nessuna.
Un giorno suonò il campanello di casa una ragazza che voleva proporgli di passare alla sua compagnia per le bollette del gas. Lui la fece entrare circospetto, e mentre lei parlava lui cercava di figurarsi se lei gli avrebbe rinfacciato di premere il tubetto del dentifricio dal centro, o di lasciare la tavoletta del bagno alzata.
"Allora, l'ho convinta?" chiese la ragazza alla fine della sua dissertazione.
"Scusi ero distratto, può ripetere?"
La ragazza, un po' contrariata, ma conscia del fatto che se lui avesse accettato la sua proposta avrebbe guadagnato qualcosa, ricominciò la tiritera.
E intanto lui pensava se a lei sarebbe piaciuto farlo a luce accesa o a luce spenta. Sicuramente, pensò, quando partivano per le vacanze si sarebbe ricordata di chiudere il gas, e questo era un punto a suo favore, dato che lui se ne dimenticava sempre.
"Allora? accetta?" insisté la ragazza stremata dall'extra spiegazione.
"Accetto a un patto, che lei resti qui per cena!"
La ragazza non capì all'inizio e se lo fece ripetere. Quando fu sicura di aver capito declinò gentilmente la proposta della cena ma tornò alla carica con l'offerta, magnificando i grandiosi vantaggi di cui avrebbe goduto Giro.
"Ma se lei non mi offre la possibilità di conoscerla meglio" disse Giro, "come faccio a sapere se la sua offerta è valida o se sta cercando di fregarmi?"
"Ma io devo lavorare, devo fare parecchi altri giri..."
"L'aspetto... alle 20 qui da me..." insisté Giro.
La ragazza si guardò intorno. In fondo era un bell'appartamento, curato... il ragazzo che gli faceva la proposta non sembrava malintenzionato, stava un po' fra le nuvole, ma sembrava a posto.
Alla fine accettò, non tanto per 'vendere', quanto per curiosità.
Appena la ragazza fu uscita Giro entrò nel panico! Cosa aveva fatto? Aveva invitato una sconosciuta! E non gli piaceva neanche tanto. Era così preso dall'ossessione di trovare una ragazza che la prima che gli aveva parlato educatamente e dolcemente gli aveva fatto perdere la lucidità. In ogni caso si era impegnato a prepararle una cena. Pescò dalla sua libreria vari libri di ricette, ma era troppo agitato, nessuna gli sembrava buona. Uno spaghetto con le vongole? troppo laborioso. Una bistecca? Aveva mangiato carne la sera prima. Un branzino? Non sapeva cucinarlo. Una pasta ai peperoni? Non era stagione.
La ragazza arrivò alle 20 in punto.
"ciao, non mi hai neanche detto come ti chiami"
"Giro. E tu?"
"Piacere Sofia"
"Piacere. Hai convinto qualcuno oggi?"
"Una vecchietta che mi ha offerto una caramella stantia e che penso non abbia capito bene tutto quanto. tu invece hai caputo tutto, vero?"
"Sì sì, certo. Spero ti piacciano gli spaghetti ajo e ojo e peperoncino"
"Cos'è, non avevi niente in frigo?"
"Beh... è lunga da spiegare... ma se non ti va ti posso fare dei sofficini..."
"no, no.. va bene l'ajo e ojo..." Disse la ragazza posando la borsa sul tavolo.
Giro sparì in cucina. Sofia rimase un po' nell'ingresso, indecisa su dove andare. Alla fine andò in cucina a vedere cosa succedeva. Giro stava saltando gli spaghetti in padella coi condimenti. Poi riempì due piatti.
"Buoni questi spaghetti" disse Sofia mentre mangiava, "non sapevo che si potessero fare così bene".
Giro arrossì ma non aprì bocca.
Alla fine della cena, Sofia disse "Allora, Signor Mistero, si può sapere perché mi hai invitato se non cerchi di farmi ubriacare o di provarci con me".
"Ah! Il vino! ecco cosa mi ero scordato! E poi ti giuro che alla fine della cena ci avrei un po' provato... sì.. voglio dire... non è che...".
Sofia sorrise.
"Però se adesso me lo dici tu, non vale più..."
"Adesso devi passare alla mia compagnia..." disse Sofia.
"Ma sono già in tua compagnia..."
"La compagnia del gas intendevo!"
"E perché?"
"Era il patto no?"
"Ma sono cose che si dicono... e poi questo è un appartamento molto vecchio... ci abitava mio nonno fino all'anno scorso... l'ho rimesso un po' a posto ma ho ancora le bombole del gas sotto i fornelli, e il riscaldamento è a gasolio"
Sofia non ci credeva così Giro la fece verificare coi suoi occhi.
Effettivamente le cose stavano così... la ragazza si fece una grassa risata e diede un pugno sulla pancia a Giro, che si piegò in avanti senza fiato.
"Vabbè, mi hai fregato" disse Sofia, "ma almeno ci ho rimediato una cena".
Giro pensava che non era proprio più il caso di provarci, tanto più che Sofia proprio non lo attraeva. Invece lei si avvicinò e cercò di dargli un bacio sulle labbra. lui scostò il viso e il bacio si stampò sulla guancia.
"Ok, non è serata per me" disse fra sé sofia, e si sedette sconsolata sulla poltrona del salottino.
"Guarda," disse alla fine Giro, vedendola sconsolata, "stavo pensando di riammodernare tutto, e appena metto la caldaia e tutto il resto, prometto che ti chiamerò e sceglierò la tua compagnia".
Sofia ci pensò un po' su e poi disse: "Se mi inviti un'altra sera a cena ti svelo un segreto".
"Ci sto"
"La mia compagnia non esiste! stavo solo cercando di fregarti i soldi".
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